PER I RAGAZZI CHE LASCIANO LA SCUOLA

Più di un ragazzo su dieci non conclude la scuola superiore.

Abbandona la scuola, interrompe il percorso.

Magari ha sbagliato strada e non ne ha scoperta una nuova… forse ci sono materie che proprio non gli piacciono o che non riesce a capire.

Anche l‘ambiente della scuola può sembrare ostile, con le interrogazioni, i voti, il confronto con i compagni e i genitori a casa che non sono lì, e quindi non possono capire.

Gli adulti allora iniziano con le prediche, gli incoraggiamenti e poi la domanda CHE FARE?

Alcuni di questi ragazzi vedono la scuola come un luogo ostile. Tutte le scuole. E vivono questa loro esperienza come una delusione o una sconfitta: è inutile ovvero io non sono in grado di arrivare in fondo.

E allora che fare?

La prima cosa è cambiare. Tanti hanno sbagliato percorso e ne iniziano un altro. Se il problema è quello, poco male, prima si fa e meglio è.

Ma questo vale solo per quelli che scoprono che un’altra strada c’è e continuano a credere che la scuola ha un valore.

E appunto qui sta forse il primo vero quesito. A cosa serve la scuola? Perché si va a scuola?

Ed è pure “obbligatorio”, con tutto quello che comporta per un ragazzo adolescente.

Anche se, in teoria, tutti possiamo cercare di rispondere, immagiamo cosa significa per un adolescente. Tutti i giorni, per la gran parte della giornata sono impegnati con la scuola.

Serve una motivazione forte e costante nel tempo.

Un obiettivo chiaro, sempre più chiaro e sempre più vicino.

Questo non vale per tutti e così uno su dieci si perde. E la domanda rimane: che fare?

La proposta/risposta

C’è una scuola che non è una scuola! Voglio dire… fatta diversa. Senza i voti… magari… e attività e materie più pratiche e concrete.

Dove più che imparare, capisci cosa ti piace.

Dove non sei messo alla prova ma provi.

Dove gli errori non sono sottolineati in rosso o in blu.

In quel luogo “italiano” non è più una materia ma – forse – scrivere o scegliere una storia e imparare a metterla in scena su un palcoscenico o davanti a una telecamera o semplicemente raccontarla. E qualcuno imparerà anche a montare le immagini e i suoni, qualcuno a recitare e un altro a girare o a scegliere e preparare le scene.

Uno spazio e un tempo diversi dalla scuola che conosciamo.

E se poi vorrai tornare a scuola, quel tempo avrà un valore ma se ti piacerà “un lavoro” allora potresti tentare quella strada con un tirocinio per diventare apprendista.

Ma visto che di lavori ce ne sono tanti, in quel tempo e in quel luogo – che noi chiamiamo “Laboratori” – di lavori ne potrei provare tre. Il numero perfetto.

Laboratori vuol dire mani in pasta ma anche sport e stare insieme in un piccolo gruppo che non è la classe. Poter parlare con un tutor per scoprire cosa poter fare dopo e sciogliere i nodi e superare gli inciampi.

Alle aziende questa proposta è piaciuta. Certo va costruita con i contenuti, le professioni, trovare i laboratori e gli spazi adatti. Siamo a un buon punto su questo. Avremo la lista delle professioni, le ipotesi sui laboratori e anche orari e spazi.

Per fortuna i modi per imparare sono tanti.

E già, perché “imparare” forse è lo scopo della scuola e, in questo caso, il modo è nuovo ma l’obiettivo è: conoscere sé stessi per trovare il proprio spazio e conquistarlo.

Le iscrizioni sono aperte e i colloqui sono iniziati (entro il 10 marzo 2021):

sportellolavoro@ilseme.info

345.5596743

LEO

       LEO (Laboratori Esperienziali Orientativi)

DOVE: Como e provincia

Con la partecipazione degli enti di formazione professionale

Capofila: IL SEME Innovazione e Lavoro

Finanziatori:

FONDAZIONE COMASCA

ConiBambini LOGO

PARTECIPA AL BANDO DI REGIONE LOMBARDIA – GARANZIA GIOVANI DISPERSIONE

GAGI DISPERSIONE_STRINGA LOGHI

Spot…

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