Essere e Divenire
Essere attraverso il lavoro
Primo Levi dialoga con Philip Roth
“Ad Auschwitz ho notato spesso un fenomeno curioso: il bisogno del lavoro ben fatto è talmente radicato da spingere a far bene anche il lavoro imposto, schiavistico. Il muratore italiano che mi ha salvato la vita, portandomi cibo di nascosto per sei mesi, detestava i tedeschi, il loro cibo, la loro lingua, la loro guerra; ma quando lo mettevano a tirar su muri, li faceva dritti e solidi, non per obbedienza ma per dignità professionale”. Come al solito Primo Levi nella sua grande razionalità fa pensare in un senso o in un altro. Però mi ha fatto porre alcune domande: Può esistere un lavoro ben fatto senza la dignità del lavoro, in questo caso in uno stato di schiavitù? Ci può essere la scelta del lavoro ben fatto quando è una finzione in quanto non hai scelta? Certo, esiste la scelta di fare un buono o un cattivo lavoro.»
Primo Levi – Conversazioni e interviste, a cura di M. Belpoliti, Torino:Einaudi, 1997
COSA VOGLIO – La scelta, le cose importanti, ciò che non piace
5.1 Joe Lansdale – 5_1_Forse potevo Scegliere – Landsdale (scheda)
5.2 Alessandro Baricco – 5_2_Mr Gwyn Baricco Le cose che non voglio (scheda)
5.3 Dino Buzzati – 5_3_I giorni perduti – Buzzati (scheda)
scheda FOTOLINGUAGGIO (scheda FOTOLINGUAGGIO)
Dal social al personal (come comunico) (3.3)
- il sogno
- il progetto
- le condizioni esterne
Laboratorio di ipotesi
Il “chi sono e il cosa voglio” nel lavoro non sono “il contratto di lavoro” sono il dono che faccio verso me stesso: la si potrebbe chiamare: realizzazione personale (forse persino “felicità” ma anche “identità”)